10.12.2020

Mi è capitato in questi giorni di leggere alcuni brani che raccontavano l’esperienza di Natali ANOMALI: diari di chi ha vissuto momenti particolari, fuori casa, lontano dai propri cari, in esilio o in guerra, dopo terremoti o altre emergenze che avevano sradicato i singoli e le comunità dalle loro consuetudini.

Ciò che mi ha colpito in tutti questi scritti era la presenza della SORPRESA: in ognuno di essi emerge la scoperta di qualcosa di unico e di speciale che in maniera del tutto inaspettata si è manifestato, trasformando un momento buio in qualcosa di prezioso.

Rifletto su questi racconti in un periodo in cui ci troviamo di fronte anche noi ad un Natale anomalo. Un Natale che forse più che mai ci chiede di trovare DENTRO e non fuori, quello sguardo capace di trasformare la mancanza in ricchezza e il limite in opportunità.

Se restiamo attaccati alla mancanza a ciò che non abbiamo o non possiamo fare entriamo nel territorio arido del lamento e della frustrazione, un luogo in cui non siamo mai soddisfatti, in cui alimentiamo il negativo e lo sparpagliamo tutto attorno a noi.

Dobbiamo uscire da quel territorio per avventurarvi in quello della pienezza dando valore a ciò che c’è: la vita si muove su binari a noi sconosciuti e non ne abbiamo il controllo, ma l’atteggiamento con cui la viviamo fa tutta la differenza.

E allora in questo Natale anomalo quali attenzioni possiamo avere ?

DAL LAMENTARSI AL VALORIZZARE

Non lamentarti per ciò che ti manca e guarda ciò che c’è! Guarda dentro e alimenta la bellezza. Il Natale è il tempo della LUCE che ritorna a crescere, che nasce di nuovo: è li che deve stare posato il tuo sguardo.

In passato erano le candele ad accompagnare questa festività, come simbolo di una luce che stava riprendendo a crescere dopo il periodo più buio: fa che le luci che accendi dentro la tua casa ne siano il simbolo.

DAL FESTEGGIARE AL CELEBRARE

Celebra questi giorni! Celebrare è molto diverso dal festeggiare. Quest’ultima parola ci riporta alla sola superficie delle cose: ai pacchetti, ai regali, alle luci e agli addobbi, ai cibi e alle tavolate. Ma ciò che conta sta più in profondità: il Natale è una celebrazione, un rito religioso che deriva da un più antico rito pagano, in cui si onoravano i cicli della vita, in cui si seminava la speranza in attesa della nuova primavera. E’ solo recuperando il SENSO delle cose che ne tratteniamo l’essenza e il nostro mondo interno ha bisogno di questo senso!

DAL RAGIONAMENTO ALLA PREGHIERA

PREGA come facevano gli antichi! Non si tratta qui di parlare di una religione o di un dogma, ma ancora un volta di tornare alle radici di quei saperi e di quei riti che hanno una funzione importante sul nostro benessere. La preghiera ha sempre fatto parte della vita dell’uomo, come dialogo con la natura e con qualcosa di più grande e sconosciuto, la preghiera era un modo per affidarsi ad Altro e per connettersi con Altro. Era la possibilità per la mente di cedere: di smettere di ragionare, pensare, controllare! Forse oggi abbiamo perso questa capacità della psiche, ma forse è proprio oggi il momento per recuperarla e per assaporarne gli effetti.

Il Natale quest’anno è di certo anomalo, ma se ci predisponiamo nel giusto modo, anche noi avremo la fortuna di incontrare delle SORPRESE lungo il cammino come è successo ad altri, in altri Natali anomali.
Cominciate col fare
ciò che è necessario,
poi ciò che è possibile.
E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Francesco d'Assisi