05.06.2018

Presso il nostro centro spesso, arrivano mamme con il problema delle ragadi al seno, uno dei problemi più diffusi legati all'allattamento.

Le nostre ostetriche ci spiegano come prevenirle e curarle

Che cosa sono le ragadi?

Le ragadi sono piccoli tagli o abrasioni che si presentano sul capezzolo. Si formano quando il neonato si attacca male al seno, provocando dolore e possono anche sanguinare.

Perché si formano le ragadi?

La formazione delle ragadi spesso dipende dal modo in cui il lattante si attacca al seno. Se durante l'allattamento si accusano dolori, vuol dire che c'è qualcosa che non va.
In pratica la formazione delle ragadi dipendono dallo sfregamento del capezzolo tra il palato e la lingua o da quello che avviene tra le labbra del bambino mentre succhia.

Se il bambino non riesce a prendere bene buona parte del seno, e non solo il capezzolo, allora c'è un elevato rischio di formazione delle ferite.

Come prevenire le ragadi?

L'unico vero modo per prevenire le ragadi è quello di fare molto attenzione al modo in cui si attacca il bambino al seno. È molto importante quindi correggerne la posizione errata durante l'attacco.

Come si corregge la posizione errata del lattante?

Prima di tutto la mamma deve sedere comodamente, con la schiena e le gambe poggiate. Il bambino deve essere messo sotto i seni, pancia contro pancia. Il seno della mamma deve essere lasciato libero di cadere per gravità. Affinché il bambino si attacchi bene, è molto importante che sia lui ad avvicinarsi e non il contrario. In questo modo il bambino tenderà ad aprire la bocca e a flettere indietro la testa; di conseguenza prenderà più seno rispetto a quando si cerca di fare il contrario: è il bambino che deve fare la mossa e non la mamma.

Nella pratica, la mamma deve osservare che la bocca del bambino sia spalancata come per mordere una mela, il labbro inferiore deve essere girato verso l'esterno...le labbra non sono chiuse come per succhiare da una cannuccia!

Consigliamo di interrompere la poppata, se si accusa dolore, e di riprovare a farlo riattaccare correggendone la posizione. Per far staccare il neonato è sufficiente infilare il mignolo nella sua bocca.

Come si curano le ragadi?

Come per ogni ferita, noi consigliamo di lasciare all'aria aperta il seno, oltre a tenerlo sempre pulito ed asciutto, come da buona abitudine.

Consigliamo inoltre di spremere un po' del proprio latte sui capezzoli, sia prima che dopo ogni poppata, in quanto il latte materno è ricco di sostanze nutritive e curative e di anticorpi.

Inoltre per velocizzare la cura delle ferite consigliamo di utilizzare:

Vea bua:

è un olio (Vitamina E pura al 100%) che si applica sulla pelle in forma spray, permette di creare un film omogeneo e persistente ad azione antiossidante e protegge il capezzolo dalle ragadi in allattamento.
Non occorre rimuovere il prodotto, prima di attaccare il lattante al seno.

Lanolina:

è una sostanza cerosa dall'azione protettiva prodotta dal manto della pecora; ha proprietà cicatrizzanti, in quanto aiuta a rimarginare piccoli tagli.
Non occorre rimuovere il prodotto, prima di attaccare il lattante al seno.

Tintura madre di calendula:

ha un elevato potere lenitico, disinfettante e cicatrizzante; A differenza dei prodotti sopra elencati, la tintura va utilizzata attraverso dei lavaggi. Basta diluire in mezzo bicchiere d'acqua una ventina di gocce ed effettuare poi i lavaggi avendo cura di asciugare bene il seno una volta concluso.

Paracapezzoli d'argento:

l'argento è un antibatterico e cicatrizzante naturale ed ha effetto disinfiammante. Noi consigliamo anche di utilizzarli preventivamente.

Ci teniamo comunque a sottolineare quanto sia importante prevenire le ragadi, semplicemente correggendo la posizione errata del lattante, come abbiamo spiegato sopra.