Che cos’è l’ecografia ginecologica?

L’ecografia ginecologica è rivolta allo studio della pelvi femminile, per la valutazione dell’utero e delle ovaie. L’esame può essere condotto per via transaddominale, mediante l’uso di sonde che vengono appoggiate sull’addome, o per via transvaginale, mediante l‘impiego di sonde che vengono introdotte in vagina. La via transaddominale consente di avere una visione più ampia e “panoramica” della pelvi, di studiare organi particolarmente ingranditi, e di valutare i rapporti tra i genitali interni e gli organi vicini. Svantaggio dell’ approccio transaddominale è che richiede sempre un adeguato riempimento vescicale. La via transvaginale consente di esaminare più da vicino l’utero e le ovaie acquisendo in questo modo un numero maggiore di dettagli. Non richiede nessun tipo di preparazione ed è di solito ben tollerata dalla paziente. All’esame per via transvaginale possono però sfuggire strutture “lontane” dalla sonda.


Quando fare l'ecografia ginecologica?


L’ esame viene di solito richiesto dal medico specialista ginecologo in funzione dei sintomi riferiti dalla paziente (dolori pelvici, irregolarità mestruali, sanguinamenti atipici) o sulla base di quanto accertato o sospettato durante la visita ginecologica (utero o ovaie ingrandite, dolenti). Indicazioni più particolari sono il monitoraggio dello spessore endometriale in pazienti in terapia con farmaci che possono stimolare la crescita dell’ endometrio o il follow-up delle pazienti in precedenza operate di tumori pelvici. A seconda della finalità dell’ esame, può essere indicato effettuare l’ esame in fasi particolari del ciclo. Se vi è il sospetto di un polipo endometriale è opportuno effettuare l’ ecografia entro il 7°-8° giorno del ciclo, mentre se si vuole studiare la forma dell’utero per escludere eventuali malformazioni uterine, l’ecografia va eseguita in fase pre-mestruale.


Come si esegue un'ecografia ginecologica?

L’ esame può essere condotto o per via transaddominale mediante l’uso di sonde addominali che vengono appoggiate sull’ addome o per via transvaginale mediante l ‘impiego di sonde transvaginali che vengono introdotte in vagina.

  • La via transaddominale consente di avere una visione più ampia e “panoramica” della pelvi, di studiare organi pelvici particolarmente e patologicamente ingranditi, e di valutare i rapporti tra i genitali interni e gli organi vicini. Svantaggio dell’ approccio transaddominale è che richiede sempre un adeguato riempimento vescicale.
  • La via transvaginale consente di esaminare più da vicino l’ utero e le ovaie acquisendo in questo modo un numero maggiore di dettagli. Non richiede nessun tipo di preparazione ed è di solito ben tollerata dalla paziente. All’ esame per via transvaginale possono sfuggire strutture “lontane” alla sonda (extrapelviche).

Le sonde addominali o transvaginali forniscono nella maggior parte dei casi immagini bidimensionali;l’utilizzo di sonde tridimensionali è riservato solo allo studio delle malformazioni uterine.

 

Cosa si vede con l'ecografia ginecologica?


L’ecografia ginecologica consente di esaminare:

  • l’utero definendone la posizione, le dimensioni, la forma, la regolarità del profilo. Nei casi in cui si riscontri la presenza di fibromi uterini, è possibile definirne il numero, la localizzazione e le dimensioni. Si può valutare la presenza di eventuali fibromi, di malformazioni uterine o di polipi
  • le ovaie: è necessario descrivere le dimensioni e l’ aspetto. In presenza di cisti ovariche bisogna riportarne le dimensioni e le caratteristiche ecografiche, cioè l’ ecogenicità, la presenza di setti o di vegetazioni endocistiche, la vascolarizzazione ovvero tutte quelle informazioni che possono indicativamente orientarci verso la natura della cisti.
  • Le tube: non sono generalmente visibili, se non nei casi di patologia tubarica perché risultano ingrandite dalla presenza di raccolte endotubariche.

Non sempre l’ ecografia pelvica sia transaddominale che transvaginale consente di escludere con certezza una patologia a carico dei genitali interni.


Fonte: SIEOG (Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica)

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