Per chirurgia protesica ambulatoriale

Il tempo che intercorre tra la prima visita e l’intervento chirurgico deve essere dedicato alla preparazione fisica e psicologica del paziente per subire l'operazione in modo ottimale e abbreviare i tempi di ripresa post operatoria. Nel caso della chirurgia protesica ambulatoriale di anca e ginocchio, questo tipo di preparazione è essenziale: il paziente, dopo poche ore dell'intervento, può già camminare e muoversi.

Gli obiettivi da raggiungere sono :

  • EDUCAZIONE DEL PAZIENTE
  • CONTROLLO DEL DOLORE
  • MOBILITÀ  
  • FORZA 
  • EQUILIBRIO

Educazione del paziente

Educare significa dirigere, condurre, aiutare e formare.

Tutto ciò si realizza attraverso un colloquio conoscitivo con il quale fisioterapista e paziente si incontrano e si conoscono.

Il fisioterapista, oltre a conoscere la storia e le aspettative del paziente, fornirà tutte le informazioni necessarie riguardo ciò che prevederà la riabilitazione pre e post operatoria. «Empatia e fiducia» sono elementi fondamentali per una buona riuscita di tutto l’iter riabilitativo e la
comunicazione diventa il canale imprescindibile per mezzo del quale il paziente può fugare ogni suo dubbio o perplessità riguardo la propria patologia.

Il periodo di tempo che precede l’intervento deve essere finalizzato anche all’addestramento all’uso delle stampelle e all’addestramento alla salita e discesa delle scale.

Controllo del dolore

Il dolore nel pre-intervento è spesso cronico, presente da molto tempo e quindi fortemente invalidante.
Questo malessere perdurante aumenta lo stato di ansia e di stress a cui è sottoposto il paziente, che vede ridurre giorno dopo giorno la propria attività e partecipazione alla vita sociale.

Solitamente il controllo del dolore avviene attraverso terapia medica che prevede somministrazione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici previa consultazione e prescrizione da parte del medico di base o dell’ortopedico di fiducia. 

E’ possibile associare, in attesa dell’intervento di protesi, terapie fisiche quali magnetoterapia, laser terapia o tecar terapia, tecniche manuali come piccole trazioni che hanno lo scopo di alleviare il dolore.

Il movimento e l’esercizio consapevole eseguiti nel rispetto del dolore ovvero effettuati all’interno del Range of Motion (ampiezza del movimento) senza comparsa del dolore, sono benefici e fortemente consigliati in quanto inducono la produzione di liquido sinoviale, vero e proprio nutrimento per l’articolazione.

Mobilità

Essere mobili significa sapersi muovere nello spazio con disinvoltura.
Il nostro corpo deve essere mobile ma al contempo stabile in modo da potersi adattare con semplicità e naturalezza alle diverse situazioni così da poter effettuare i comuni gesti e i movimenti della vita quotidiana con estrema armonia e con il minor dispendio di energie possibili.

Affinché questo possa accadere le articolazioni del nostro corpo devono essere libere e non imbrigliate in pesanti e fastidiose catene.
Queste catene sono il più delle volte rappresentate da rigidità muscolari legamentose e tendinee, spesso secondarie a lunghi periodi di immobilizzazione o a posture antalgiche e scorrette mantenute a lungo durante la giornata.

Per mantenere una buona mobilità è indispensabile prendersi cura del proprio corpo e soprattutto delle proprie articolazioni continuando a lubrificarle conducendo una vita attiva privilegiando lo sport e il movimento.

Forza


Arrivare all’intervento in buona forma fisica non è certo uguale che arrivarci in scarse condizioni fisiche.
Per ottenere ciò un buon tono e trofismo muscolare è di fondamentale importanza e vi permetterà di raggiungere una migliore e più rapida guarigione.
Ricercare quindi il più alto grado di forza muscolare possibile pre intervento è uno degli ingredienti per un buona riuscita di tutto l’iter
chirurgico riabilitativo che risulterà essere più veloce ed efficace 
e vi vedrà sicuri protagonisti e attori principali del vostro successo.

ISOMETRIA: «l’arte di rimanere immobili»


L’esercizio isometrico è una forma statica di esercizio, nel quale un muscolo si contrae e produce forza senza variare la propria
lunghezza e senza produrre alcun movimento articolare visibile.

Il vantaggio di utilizzare il lavoro statico (contrazione isometrica) rispetto a quello dinamico (contrazione eccentrica/concentrica) è quello di migliorare la forza muscolare e il controllo neuromuscolare senza che nell’articolazione compromessa avvengano spostamenti dei capi articolari, già interessati dalla patologia artrosica e deturpati di quella «pattina celestiale» protettiva che è la cartilagine 

L’obiettivo infatti è di evitare sollecitazioni anomale nell’articolazione che potrebbero compromettere ulteriormente l’integrità della stessa e causare dolore.

Equilibrio e propriocezione

Diffusi all’interno di muscoli e articolazioni ci sono dei sensori che rilevano, istante per istante, la posizione del nostro stesso corpo rispetto lo spazio che ci circonda.

Questo crea un continuo flusso di informazioni feedback ) che ci permette di rispondere prontamente ad ogni variazione di condizione ambientale, adattando la nostra postura istante per istante in modo da rendere il gesto e il movimento da compiere molto più efficace ed efficiente. 

L'allenamento propriocettivo è composto da un insieme di esercizi che vanno a creare situazioni di instabilità, allo scopo di allenare l'utilizzazione dei segnali propriocettivi provenienti dai nostri sensori. Obiettivo primario dell'allenamento propriocettivo è quello di rieducare i riflessi propriocettivi, al fine di ottenere nuovamente un ottimale controllo del le articolazioni interessate, dell’allineamento corporeo e quindi della postura

Core stability

Se la parola stability è facilmente interpretabile lo è un po' meno la parola core.

Essa significa centro, cuore, nucleo.
Come abbiamo più volte detto in precedenza il nostro corpo ha si bisogno di mobilità ma nel contempo ha bisogno di un anello di una catena che tenga uniti tutti i pezzi e che sia imperturbabile. Esso è costituito dal core, ovvero da quel sistema di muscoli che si attivano una piccolissima frazione di secondo prima che noi abbiamo mosso il braccio o la gamba.

Questi muscoli hanno la funzione di stabilizzare il nostro corpo e di liberare con maggior efficacia potenza e precisione gli arti.
Comunemente parlando di core si fa riferimento ai soli muscoli profondi dell’addome ma una volta di più si deve coinvolgere anche la respirazione che proprio con il suo principale artefice il diaframma fa da tetto a questo cilindro magico.
L’importanza che queste strutture ricoprono e la loro stretta connessione rende evidente come sia importante inglobare all’interno di un percorso riabilitativo esercizi che vadano a prendere in considerazione questi aspetti nella loro globalità.





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