20.11.2020

L’amore non ha età”, mai frase è più appropriata per sostenere la tesi secondo cui non bisogna aver raggiunto la maggiore età per innamorarsi, ad ogni età si può vivere un piccolo, grande amore. Anche i bambini più piccoli mostrano segni di imbarazzo e timidezza di fronte alle bambine per le quali hanno un debole. Sicuramente un “amore” diverso, ma pur sempre amore. Dunque anche gli adolescenti vivono vere e proprie relazioni d’amore.

Che amore cerca un adolescente?

Nella relazione amorosa l’adolescente cerca nell’altro qualcuno che lo completi, un compagno di giochi, un complice con cui sperimentare le prime trasgressioni, un fidato confidente.

L’innamoramento è la prima fase di una relazione sentimentale, è la fase dello sbandamento emotivo, del sentimento, incontrollato, irresistibile. È un’emozione che confonde e sconvolge, è un’emozione che acceca. Una sensazione che fa sentire potenti, capaci di realizzare qualunque sogno. L’adolescente generalmente vive l’amore in modo totalizzante, intenso ed è convinto che la sua storia durerà per sempre. Per questo, quando una relazione d’amore finisce è motivo di grande sofferenza emotiva, che porta spesso gli adolescenti a chiudersi, disperarsi, vivendo la delusione d’amore come una catastrofe.

Accade spesso che gli adulti facciano l’errore di minimizzare l’accaduto, di restare indifferenti o a spronarli nel modo sbagliato, considerando le prime relazioni d’amore superficiali, poco importanti, e per questo la fine di una storia come facilmente superabile. Occorre, invece, ricordare che l’adolescente vive i suoi primi amori in una fase evolutiva delicata: la sua personalità si sta formando, è alla ricerca di se stesso, dei propri sentimenti e della propria sessualità, pertanto la fine di una relazione d’amore può essere destabilizzante, perché può portare l’adolescente a mettere in discussione il proprio valore e la propria persona, fino a quel momento arricchito dalla presenza del suo partner.

È importante accogliere il vissuto del proprio figlio e rispettarlo, mettendosi nei suoi panni. Come ci sentiremmo se la storia più importante della nostra vita finisse improvvisamente? Cosa ci farebbe stare meno peggio? Non sempre l’adolescente ricerca attivamente un dialogo con i genitori, ma potergli dimostrare la propria disponibilità e il proprio interesse contribuisce a creare un’alleanza con lui.

Se vedete che vostro figlio sta male e sta soffrendo, è importante considerare la situazione dal suo punto di vista e rispettare il suo vissuto, facendogli capire che voi vi rendete conto che sta provando dolore e che voi ci siete.

In situazioni come questa, come genitori occorre mostrare la disponibilità ad ascoltare senza giudizi, reazioni esagerate o commenti spiacevoli, del tipo “Te l’avevo detto”, “Non dovevi comportarti così”, “Fai questo”.

Si tratta di esperienze che non si possono evitare di far vivere ai figli: anzi, bisogna pensare che, se elaborate in modo adeguato, permettono ai ragazzi di affrontare le difficoltà e di crescere.

Può capitare che vostro figlio sia giù di morale, che mangi poco, esca di meno, cercate di non andare subito in allarme, mettendogli pressione e assillandolo: invece provate a monitorarlo a distanza e fategli capire che voi siete lì e in caso di bisogno può contare su di voi.

Sempre rispettando i suoi tempi, aiutatelo a ritrovare il piacere e l’interesse per ciò che l’ha sempre coinvolto: amicizia, sport, scuola, shopping, musica, etc.

Infine, lasciatelo libero di esprimere anche le emozioni negative e di sfogarsi, ne ha bisogno: occorre preoccuparsi ed eventualmente chiedere aiuto a un professionista se il suo malessere dura per molto tempo e vi accorgete che non è in grado di uscirne da solo.

Articolo di:

Borsetto Andrea

Psicologo psicoterapeuta