21.07.2020

Esiste una soluzione per le cistiti recidivanti?

Le cistiti sono infezioni del tratto urinario, che colpiscono soprattutto il sesso femminile.

Chi è più soggetto alle cistiti?

Oltre il 30% delle donne di età superiore ai 18 anni ha nella vita un episodio di cistite e il 60% di esse ha una recidiva nei 3 mesi successivi.

Spesso queste cistiti diventano croniche, risultando poco sensibili alla semplice terapia antibiotica e causando un senso di frustrazione sia nella donna che nel medico curante.

Il trattamento delle cistiti diventa così un motivo di continue consulenze mediche, di ricorrenti esami di laboratorio, di ripetuti trattamenti antibiotici, disturbando seriamente la vita della donna.

Le conseguenze delle cistiti ricorrenti

Infatti, viene messa a rischio la sua salute, il suo benessere e la vita di coppia.

Se non si mettono in atto tutti i provvedimenti necessari, il tasso di infezione ritorna ai livelli iniziali non appena il trattamento antibiotico viene interrotto. Inoltre, la continua somministrazione di antibiotici aumenta i fenomeni di resistenza batterica, indebolisce il sistema immunitario e distrugge parte della flora microbica intestinale/vaginale.

Si crea così un’infiammazione persistente, che può dare origine ad un dolore neurologico continuo ed invalidante per la donna, anche in assenza di batteri nelle urine.

Insomma, quello che in partenza poteva sembrare un problema banale e di facile soluzione, se non affrontato adeguatamente, si trasforma in una patologia seria e invalidante.

La soluzione alle cistiti ricorrenti

Nelle forme recidivanti non basta somministrare la terapia antibiotica giusta, ma occorre allargare le indagini e le misure di prevenzione e di trattamento, al fine di eliminare l’infezione e le condizioni che l’hanno favorita.

Oltre alle analisi cliniche, serve, quindi, un’indagine accurata sulle abitudini di vita, sull’alimentazione, sull’idratazione e sui farmaci assunti. Tutto questo è possibile, se gestito da mani esperte.

Lo specialista di riferimento è quindi il nefrologo, che saprà valutare la problematica nella sua interezza.

Articolo di:

Pozzi Claudio

Nefrologo