03.04.2019

Le evidenze empiriche, i fatti di cronaca, le normative vigenti e, in particolar modo, l’esperienza quotidiana rimandano a un momento attuale in cui è di prioritaria importanza conoscere e mettere in atto interventi efficaci a contrasto del cyberbullismo.

Le vittime di questo fenomeno, sempre più diffuso, infatti, si descrivono offese, turbate, piene di vergogna, ma anche arrabbiate e stressate. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non si confidano con un adulto, ma scelgono di parlare con un coetaneo amico. Occorre evitare che il cyberbullismo venga tenuto nascosto e solo rompendo il muro di silenzio che circonda troppo spesso le vittime si possono aiutare i ragazzi e le ragazze che hanno subito atti di questo tipo ad affrontarli e superarli (Genta, 2017).

Nel progettare un intervento di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo è necessario come prima cosa tenere in considerazione il fatto che si sta parlando di un fenomeno di gruppo con una forte connotazione sistemica. Per questo motivo è opportuno agire su più livelli, coinvolgendo la famiglia, la scuola e naturalmente i ragazzi (Caravita et al., 2018).

La famiglia: la presenza affettiva dei genitori è spesso una delle condizioni più efficaci di prevenzione rispetto a qualsiasi forma e atto di sopruso e violenza; ma come fare? Un primo passo è quello di concordare fin dall’inizio con i propri figli delle regole e dei limiti condivisi. É importante calibrare questa forma di accordo in base alla loro crescita. In secondo luogo, si possono mettere in atto alcuni accorgimenti. I genitori di bulli e vittime presentano stili di vita e profili personologici diversi, ma hanno un tratto in comune: spesso non si reputano in grado di risolvere il problema. In accordo con Tonioni (2014) di seguito trovate alcuni consigli utili.

Per i genitori delle vittime:

- è importante considerare con attenzione le paure e i sentimenti di vostro figlio, rafforzando la sua autostima. In questo modo comprenderà che state dando valore alle sue emozioni e sarà invogliato a chiedere aiuto quando ne avrà bisogno.

-spiegare che subire atti di cyberbullismo non è una debolezza di vostro figlio o una sua colpa aiuta ad aprire con lui un dialogo e a trovare una soluzione. Cercate di non minimizzare l’episodio, dimostratevi comprensivi ed empatici;

- cercate di evitare che gli episodi si ripetano mettendo in atto delle azioni preventive;

- parlate in modo aperto e chiaramente con gli insegnanti senza essere frenati da paure di ripercussioni. É importante collaborare con loro senza delegare le responsabilità.

Per i genitori dei bulli:

- condividete con vostro figlio le preoccupazioni che avete a riguardo di quello che è successo o che è ancora in atto. É importante essere critici in modo deciso e assertivo rispetto ai comportamenti aggressivi e persecutori, cercando però di non giudicare lui come persona, in modo tale che capisca che non lo state identificando con il suo modo di agire;

- è utile illustrargli che ciascuno ha il diritto di essere diverso e che attaccare gli aspetti fragili degli altri significa la maggior parte delle volte non accettare i propri;

- provate a fargli capire cosa si prova a essere aggrediti più volte e in modo continuo. Infatti, riuscire a mettersi al posto delle vittime vuol dire cominciare a essere empatici;

- collaborate con gli insegnanti, senza pregiudizi e soprattutto senza la paura di essere giudicati anche voi.

La scuola è chiamata a recitare il suo ruolo educativo sostenendo una cultura al suo interno fondata sul rispetto per gli altri e quindi di contrasto al bullismo. Inoltre, è auspicabile che dia valore e spazio alle iniziative degli insegnanti o di gruppi di alunni particolarmente interessati al tema costruendo opportunità di ascolto che andrebbero mantenute nel tempo (Tonioni, 2014).

Gli insegnanti, che sono a diretto contatto con gli alunni, possono:

- favorire in classe un clima in cui sia possibile dialogare senza pregiudizi e in modo non condizionato, scoraggiando così l’esistenza di segreti;

- stabilire regole precise di comportamento per monitorare con più attenzione quello che accade in classe;

- contenere i giudizi e promuovere occasioni di ascolto e comprensione;

- aumentare il loro controllo nei momenti meno strutturati all’interno della giornata scolastica;

- collaborare con i ragazzi e i loro genitori per condividere la consapevolezza degli episodi accaduti, preservando però gli aspetti personali.

Infine, un ruolo importante è esercitato dalla figura dell’esperto. Infatti, il Cyberbullismo è un fenomeno che comporta importanti effetti negativi per la salute psicofisica dei ragazzi, non solo in modo circostanziale all’evento, ma anche nel loro futuro. La letteratura e le ultime ricerche illustrano l’impatto emotivo, cognitivo e relazionale che il cyberbullismo ha sulle vittime e, in modo diverso, ma ugualmente rilevante su chi si rende protagonista delle condotte aggressive. Lo psicologo che si occupa di bullismo e cyberbullismo aiuta i ragazzi e le ragazze vittime a gestire l’impatto emotivo della situazione, a trovare strategie relazionali nuove e funzionali ed evitare che le prevaricazioni possano dare origine a disturbi quali depressione, ansia sociale ecc. Il sostegno psicologico aiuta a superare le difficoltà e a riprendere in modo positivo il percorso di vita. Questo intervento è importante e utile non solo per le vittime, ma anche per i bulli, con i quali lo scopo diventa quello di comprendere le ragioni delle loro condotte, che molto spesso nascondono sofferenze profonde.

Le vittime e gli autori di atti di cyberbullismo hanno spesso timore e/o rifiuto a parlarne. Chi affronta il dialogo con loro, lo psicologo, sa di dover tener conto di alcuni accorgimenti per consentire di esprimersi con modalità diverse dal solito. Entrambi, vittima e bullo, hanno in comune la difficoltà a entrare in contatto con le proprie emozioni: reagiscono a questo disagio con atteggiamenti che sono all’opposto, ma che li rendono di fatto entrambi incapaci di avere rapporti funzionali con i coetanei.

Lo psicologo si occupa anche di interventi direttamente all’interno delle scuole, lavorando con i ragazzi, i genitori e gli insegnanti. Inoltre, promuove serate e incontri di sensibilizzazione sul tema.

Articolo di:

Borsetto Andrea

Psicologo psicoterapeuta