08.04.2021

idrocefalo normoteso

Alzheimer, Parkinson? No: Idrocefalo Normoteso. Si può GUARIRE!

Cos’è l'Idrocefalo Normoteso? 

L’Idrocefalo normoteso (IN), è una patologia,  ancor oggi, poco nota, nonostante dalla sua  prima descrizione siano trascorsi più di 50  anni, spesso confusa con altre patologie neurologiche come la malattia di Alzheimer, la  malattia di Parkinson, le demenze su base vascolare-ischemica. Caratterizzata dalla  dilatazione delle strutture ventricolari  cerebrali, si associa, spesso, a una clinica tipica (Triade di Adam-Hakim): 

  • deambulazione instabile, a base allargata,  con il piede attaccato al suolo;
  • disturbo  urinario, inizialmente di tipo urgenza  minzionale che diviene man mano una vera e  propria incontinenza urinaria;
  • decadimento cognitivo, inizialmente, caratterizzato da  deficit della memoria a breve termine.

Non è  infrequente, che si associno altri disturbi quali depressione, apatia, disturbi della sfera sessuale, etc. 

Cosa fare se si hanno questi sintomi

Nel sospetto di IN è fondamentale sottoporre il paziente a uno studio TC o meglio, se  possibile, uno studio RM encefalo. Questi  esami evidenziano la dilatazione delle cavità  cerebrali ventricolari e danno evidenza della  sofferenza su base ischemica delle strutture cerebrali periventricolari.

Evidenziata una dilatazione ventricolare associata alla triade clinica, diventa,  indispensabile, provvedere quanto prima alla  riduzione della pressione esercitata dal liquor su tali strutture, prima che il danno cerebrale diventi permanente.

Infatti, la progressione e  la persistenza dei sintomi conduce, quasi  invariabilmente, a degenerazione cerebrale su  base vascolare ischemica rendendo il quadro clinico, a tal punto, irreversibile

Per il successo terapeutico sono fondamentali, quindi, sia una corretta diagnosi e sia un trattamento tempestivo.

Come curare l'Idrocefalo Normoteso

Il trattamento dell’Idrocefalo Normoteso e della demenza, a esso  correlata, è esclusivamente chirurgico. Diverse  terapie farmacologiche sono state tentate nel  passato, ma senza alcun successo. È  necessario rimuovere, quanto prima, il liquor in  eccesso nei ventricoli, riducendo la pressione  sulle strutture cerebrali adiacenti.

Il paziente, affetto da Idrocefalo Normoteso, è sottoposto a un  intervento di derivazione ventricolo-peritoneale  (DVP). La DVP consiste nel porre in essere una  comunicazione tra i ventricoli, mediante  l’interposizione di una valvola, e l’addome,  dove poi, il liquor viene riassorbito. L’intervento, eseguito da personale specializzato, è considerato a basso rischio .  

L’uso di valvole  programmabili ottimizza i risultati e riduce significativamente le possibili complicanze. In centri di eccellenza, le complicanze significative sono inferiori all’1%,  e il successo terapeutico, nei pazienti  opportunamente selezionati, è intorno al 98%.

Dott. Salvatore Fede, Neurochirurgo