10.12.2021

squat in riabilitazione

Qualche mito da sfatare

Lo squat è un esercizio conosciutissimo nel mondo del fitness, e ancora più discussa è la sua corretta esecuzione. Scopriamo insieme in cosa consiste, quali sono le sue varianti e la sua funzione nel processo riabilitativo del paziente.

Cos'è lo squat?

Lo squat è uno degli esercizi più usati per il miglioramento della performance degli arti inferiori, consiste nella flessione simultanea delle anche e delle ginocchia con lo scopo di sviluppare la forza principalmente di glutei e quadricipiti. Lo squat comprende diversi tipi di profondità, generalmente viene suddiviso in 3 categorie in base al livello di flessione del ginocchio:squat parziale (flessione di 40°), mezzo squat (flessione tra 70°- 100°) e squat profondo (flessione maggiore di 100°).

Squat: solo fitness o anche riabilitazione?

Generalmente si associa questo esercizio esclusivamente al mondo del fitness, ma in realtà risulta fondamentale anche nel processo riabilitativo post intervento chirurgico o post infortunio o sovraccarico dell'arto inferiore, così come nelle problematiche di schiena. La differenza di utilizzo dello squat in riabilitazione sarà sulla base del problema del paziente e dei sintomi che presenta: dopo una valutazione specifica si andrà a modificare determinati parametri (angolo di lavoro, carico, velocità di esecuzione) e guidare al meglio il movimento del paziente in modo da rinforzare la muscolatura senza sollecitare le strutture che presentano dolore.

Esiste un solo modo corretto per fare squat?

Questa è una tematica molto ampia e complessa, su cui si sentono moltissimi pareri anche molto discordanti tra loro. La risposta è che no, non esiste un'esecuzione “standard” che vada bene per tutti. Questo perchè si è visto come le variabili anatomiche tra un individuo e l'altro vanno ad influire tantissimo nel gesto di flessione delle anche e delle ginocchia, ovvero di piegare le gambe. Ad esempio non tutti abbiamo la stessa proporzione di lunghezza tra femore e tibia, o tra il tronco e gli arti inferiori: ne consegue che l'esecuzione del gesto DEVE cambiare da una persona all'altra tenendo conto di questi fattori.

Non dobbiamo quindi farci confondere da pareri degli esperti della domenica che dettano regole universali: quello che è giusto per te potrebbe essere potenzialmente dannoso per qualcun altro. Il mito del ginocchio che non deve oltrepassare la punta del piede, come quello di un unico angolo esatto di inclinazione della schiena,è un concetto scientificamente superato. Dovremmo passare da chiederci “è giusto o è sbagliato?” a domandarci “è giusto per me? È un carico che sono pronto a gestire in questo momento?”

Articolo di:

Villa Lodovico

Fisioterapista