15.04.2019

Siamo abituati a considerare la rabbia un’emozione “negativa”, qualcosa che non vorremmo provare e da controllare.

La rabbia, però, come tutte le emozioni esiste perché ha una funzione, svolge un compito e che ci piaccia o no fa parte della natura umana.

Comprenderla e accoglierla diventa allora il passaggio preliminare affinché essa diventi utile e non distruttiva.

“Improvvisamente vado su tutte le furie e alzo la voce”, “vorrei controllarmi, ma non ci riesco e sbotto!”, “Mi sale dal basso, come una vampata e devo urlare tutto quello che penso.” “Mi da fastidio e mi vergogno, ma non riesco a trattenermi”, “faccio di tutto perché non ricapiti, ma poi al lavoro succede qualcosa e divento aggressiva e di nuovo faccio la parte di quella cattiva è sempre nervosa"

Queste sono alcune delle parole che raccontano della rabbia e del potere che sembra avere su di noi: sembra impossibile controllarla, arriva e ci fa esplodere anche quando non vorremmo.

La rabbia è infuocata, scoppia all’improvviso, ci fa ribollire il sangue ed esce potente col corpo, con la voce, con le parole. Ma qual è la funzione di questa emozione così scomoda da provare e così rischiosa da manifestare?

La rabbia si scatena quando ci sentiamo minacciati, quando abbiamo paura, quando qualcuno invade qualcosa di nostro: è una risposta di difesa e di protezione. È una risposta immediata e spontanea che si scatena di fronte ad uno stimolo che percepiamo “pericoloso”: dico percepiamo perché non è detto che lo stimolo lo sia ma è come ciascuno lo vive e lo interpreta ad essere centrale. Aggrediamo, come gli animali, per proteggere qualcosa.

In sé dunque la rabbia può essere utile, ma occorre fare un passo in più. Essendo uomini, e non animali guidati solo dall'istinto, possiamo aggiungere un po’ di consapevolezza a quello che ci sta capitando.

Per prima cosa, riconoscerla!

Dobbiamo accorgerci quando arriva, fare caso ai suoi segnali, sentire le reazioni del corpo. La rabbia la sentiamo a livello psichico ma risuona sempre anche nel corpo: a volte è il battito del cuore che accelera, il volto che avvampa, lo stomaco che si stringe, le mani e le braccia che tremano ...

Dobbiamo percepirla e accoglierla nel momento in cui si presenta.

Non controllarla, non bloccarla ma accoglierla e ascoltare il suo messaggio!

Quando arriva porta con se un segnale: è un messaggio che va ascoltato. Se semplicemente la blocchiamo o tentiamo di controllarla, rischiamo di farla montare ancora di più, rendendola più distruttiva sia fuori che dentro. Quando siamo arrabbiati domandiamoci che cosa ha scatenato questa emozione, che cosa stiamo provando oltre alla rabbia, come ci sentiamo... abbiamo bisogno di capire cosa stiamo difendendo attraverso di essa, che cosa sentiamo “in pericolo” e cosa si nasconde sotto di essa.

Farci queste domande è un primo modo per iniziare a conoscerla e a conoscerci.

La rabbia è come un incendio dentro casa!

Il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh descrive la rabbia come un incendio: “Se la tua casa va a fuoco, la prima cosa da fare è cercare di spegnere l’incendio, non correre dietro alla persona che credi l’abbia appiccato. Mentre insegui il presunto incendiario la tua casa finirà distrutta fra le fiamme.”

Ecco, solitamente noi facciamo esattamente il contrario: andiamo a rincorrere chi ci ha fatto arrabbiare, ci sfoghiamo, incolpiamo l’altro e dimentichiamo che l’incendio sta divampando dentro di noi.

Occupati dell’incendio: prenditi Cura della nostra rabbia!

La causa di ciò che proviamo non è mai da cercare fuori: l’esterno, le persone, le situazioni sono solo ciò che fa scattare l’emozione ma l’emozione, in questo caso la rabbia, è nostra ed è qualcosa che riguarda solo noi. Di solito diciamo: “ sono arrabbiato perché ...”, il passaggio che ci serve è togliere il “perché”. A questo punto resta l’emozione, la sensazione che proviamo e senza spiegazioni possiamo prendercene cura.

Ascolta la tua rabbia e domandati che cosa ti sta rivelando di te: quali limiti, quali paure, quali fragilità sta mettendo in luce? Vedrai che nel momento in cui farai questa cosa l’impeto della rabbia diminuirà.
Potrai mettere in campo altre risorse e anziché cercare di modificare l esterno potrai cambiare qualcosa nel tuo atteggiamento e nel tuo comportamento.

La via della rabbia è una via costruttiva solo se sapientemente accolta.