21.07.2020

Ho spesso gonfiore alla pancia, dolori fastidiosi e costanti, vado di corpo in maniera irregolare da un po' di tempo: COSA PUO’ ESSERE ?

Il Microbiota Intestinale, in passato definito comunemente “flora batterica” per indicare un insieme di batteri che “parassitano” il nostro intestino, in realtà è un super-organismo capace di funzioni metaboliche e non solo, che apportano un vantaggio reciproco con l’uomo. Negli ultimi anni la letteratura medica ci ha fatto (ri)scoprire l’importanza del Microbiota umano come fattore centrale nel mantenimento della salute.

Da questo punto di vista, si può proprio parlare di una delle più importanti rivoluzioni in Medicina: quello che noi specialisti stiamo iniziando a comprendere è che, alterazioni dell’equilibrio del Microbiota sufficientemente persistenti o severe, possono modificare le funzioni intestinali e che questo rappresenta una porta di ingresso comune per molte malattie, in particolare quelle croniche.

Cosa è il Microbiota Intestinale ?

Nello spazio tra la mucosa intestinale (l’individuo) e il lume contenente gli alimenti (l’ambiente) troviamo appunto il Microbiota a costituire un’interfaccia tra i due mondi che consente un’interazione vantaggiosa e utile sul piano evoluzionistico; qui parliamo di quello intestinale, ma ricordiamo che abbiamo anche quello orale, gastrico e vaginale.

Io che sto scrivendo, Homo sapiens sapiens, sono costituito da circa 10 trilioni di cellule somatiche (eucariotiche) a loro volta frutto dell’attività di circa 23.000 geni; nel mio intestino è presente un numero 10 volte maggiore (100 trilioni) di batteri (cellule procariotiche), appartenenti a molte centinaia di specie diverse e con una risultante di circa 3.000.000 di geni non umani.

Io, tutti noi, siamo quindi in realtà un super-organismo, costituito per oltre il 90% da micro-organismi che lavorano in simbiosi tra loro e con l’organismo ospite.

Tale simbiosi mutualistica si è mantenuta perché offre vantaggi reciproci, e ha determinato quindi una co-evoluzione sia dell’ Homo sapiens sia del Microbiota.

Quale funzione ha il Microbiota ?

Sono tre le fondamentali funzioni del Microbiota Intestinale.

Ha un ruolo decisivo nell’impedire la colonizzazione da parte di agenti patogeni attraverso meccanismi multipli, quali la produzione di antibiotici naturali, la competizione diretta per i nutrienti, la adesività alla parete epiteliale, e attraverso un meccanismo con cui la popolazione batterica auto-regola il suo numero complessivo.

Provvede alla digestione degli zuccheri complessi, prevalentemente contenuti nella parete cellulare vegetale di frutta e verdura, resistenti all’assorbimento nel piccolo intestino umano: questa, oltre ad essere una delle funzioni più importanti per la sopravvivenza del Microbiota, contribuisce alla stabilità intestinale, poiché un importante prodotto di tale digestione è la produzione di acidi grassi a catena corta, come il butirrato, che ha una funzione di crescita, la cui carenza è stata posta in relazione ad una alterazione della regolazione immune intestinale.

Infine ricordiamo la collaborazione col sistema immune: da una parte il sistema immune mantiene l’equilibrio con la comunità di microbi residenti; dall’altra, i batteri residenti influenzano fortemente l’immunità, attraverso molteplici meccanismi.

Composizione del Microbiota

La varietà del Microbiota costituisce un fattore linearmente correlato alla “fitness” e alla salute dell’ospite. È stato stimato che nell’intestino umano siano presenti sino a 1000 specie batteriche diverse.

Pur esistendo un core microbiotico comune, ogni individuo presenta un profilo peculiare, in particolare per un “arrangiamento” assolutamente personale di specie e sottospecie, tanto che recentemente è stato inserita l’analisi del microbiota tra le tecniche forensi di identificazione dell’individuo, a fianco delle impronte digitali.

Il Microbiota “malato” : la DISBIOSI

Perché e attraverso quali meccanismi un’alterazione dell’equilibrio in questa vastissima ed eterogenea colonia microbica, genericamente definita DISBIOSI, crea una patologia per il nostro intestino e per l’organismo?

Le caratteristiche della disbiosi sono: la riduzione della biodiversità batterica e la modificazione qualitativa della prevalenza di una specie rispetto ad un’altra.

Una peculiare forma di disbiosi è quella legata alla terapia antibiotica; esistono peraltro vari stati disbiotici determinati da diversi tipi di infiammazione intestinale.

In ogni caso, la disbiosi induce spesso con un meccanismo a circolo vizioso le condizioni per un suo peggioramento, attraverso un sovvertimento dell’“ecologia” del lume intestinale, che rafforza la crescita di patogeni.

Quello che consegue alla disbiosi è una cascata: alterazione dello strato di muco, aumento della permeabilità intestinale, migrazione batterica o di componenti batteriche al di fuori dell’intestino, infiammazione cronica sistemica di basso grado (infiammazione metabolica). Questo a sua volta comporta uno stato di disfunzione locale, intestinale, e un’alterazione sistemica nel cosiddetto asse intestino-cervello.

Da qui si aprono le porte per una serie vasta di patologie legate alla disbiosi di cui si ipotizza una porta di ingresso intestinale e che è inizialmente sub-clinica: disturbi autoimmuni e disturbi cronici non trasmissibili: obesità, diabete, malattia diverticolare, aterosclerosi, steatosi epatica.

Come curare il Microbiota malato ?

Oltre ai suddetti disturbi cronici dobbiamo considerare una patologia meno grave, ma altrettanto invalidante per la persona che è il colon irritabile (IBS) nelle sue diverse forme (con stipsi, con diarrea, con gonfiore e/o dolore addominale): esse possono essere in parte causate da una disbiosi, per la quale sono state suggerite diverse strategie terapeutiche: manipolazioni dietetiche, l'uso di antibiotici scarsamente assorbibili (la rifaximina), o il trapianto microbico fecale.

Le sostanze più interessanti da impiegare sono però i Probiotici, definiti come "microrganismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute all'ospite".

Diversi meccanismi sono stati proposti per spiegare gli effetti benefici dei probiotici: inibizione della crescita eccessiva di batteri patogeni, prevenzione dell'invasione patogena attraverso il miglioramento della funzione di barriera intestinale, produzione di antibiotici naturali, neurotrasmettitori e acidi grassi a catena corta.

Le linee guida al momento non raccomandano alcuna specie specifica, ceppo, o formulazione per la terapia della disbiosi nell’IBS, ma diversi studi hanno evidenziato che alcune specie di Lactobacillus e di Bifidobacterium migliorano sintomi con il gonfiore e il dolore addominale. I pazienti con IBS sono eterogenei, e questo spiega perché alcuni rispondono favorevolmente all'intervento probiotico, mentre altri non mostrano alcuna risposta o minima.

I dati scientifici suggeriscono che la reattività del paziente alle terapie della disbiosi è collegata al suo particolare Microbiota, suggerendo la necessità di terapie su misura; questo processo è compito del gastroenterologo al quale si affida il paziente, dopo un’analisi più completa possibile della sua storia clinica, della sua dieta, delle sue abitudini di vita, e del suo profilo psicologico.

Sono in fase di studio diversi trattamenti coadiuvanti con probiotici delle più severe patologie già citate, come la malattia diverticolare, l’obesità, il diabete, ma i risultato li vedremo in futuro.

Articolo di:

Bargiggia Stefano

Gastroenterologo